Oozing red, white and blue: recession, incursion, infraction
Nicole Awai, Oozing red, white and blue: recession, incursion, infraction 1
Nicole Awai, Oozing red, white and blue: recession, incursion, infraction 2
Nicole Awai, Oozing red, white and blue: recession, incursion, infraction 3
Prospettive e periferia: la contemplazione del fango
La prospettiva (come punto di vista) e la periferia (come visione al di là di un punto, come veduta che sfugge) mi hanno sempre interessato, sia in senso visivo, sia in senso concettuale. Il mio lavoro analizza, e qualche volta osserva, il passaggio tra questi due termini, periferia e prospettiva.
Sono attratta da oggetti come le bambole, i ninnoli, i manichini usati in medicina, i sostegni per le parrucche, i manufatti storici e religiosi, i giocattoli e nel mio lavoro li utilizzo spesso perché sono impregnati di significati e/o contenuti culturali. Nel 2000, la bottiglia ornamentale del rum Angostura, un oggetto che mi ha affascinato sin dall’infanzia, compariva in un mio trittico dipinto intitolato They gave me a glass of rum, and one said to me, what did I think about all this?. La citazione è tratta da Absolute Beginners di Colin MacInnes. Il punto cruciale di questo libro diventa un’esperienza di passaggio tra prospettiva e periferia. Nella Londra della fine degli anni Cinquanta, durante la carica degli scontri razziali di Notting Hill, un fotografo di strada diciottenne aiuta un conoscente nero a sfuggire alla collera della folla bianca inferocita. I due si rifugiano in una cantina dove è in corso “una specie di gabinetto di guerra delle Indie Occidentali”. Il ragazzo bianco sente di sfuggita la conversazione di un membro del consiglio con i suoi parenti in Giamaica: “Mi sono chiesto: come si sentirebbe la mia gente, là fuori a Kingston, circondata da migliaia di facce nere, quando si diffonderà la notizia?” — e anche — “come saranno trattati i bianchi in tutti quei posti? Perché un grande errore che molta gente di qui fa è quello di credere che tutti i negri lavorino sui mezzi pubblici di Londra… mentre gli stacks sono uomini d’affari e professionisti che conoscono tutte le risposte”.
Nel trittico, l’immagine della bottiglia è dipinta lontanissima sullo sfondo, ma come se emergesse dalla superficie. Sembra che la bottiglia desideri scappare dal quadro e assumere una forma fisica — e così è. In Washed and Unwashed ho realizzato due repliche in argilla della bottiglia con stampi a pressione. Una è dipinta per apparire come la bottiglia originale (la versione nera), l’altra è “sbiancata” ed è in un tono molto più chiaro.
A questo lavoro ha fatto seguito un’installazione multimediale in un letto, Oozing Red White and Blue. Sopra un tappetino rettangolare fatto di foglie di banana, posto sul copriletto di satin rosso di un letto matrimoniale, si trovano venti figure di bottiglie disposte su quattro file (ciascuna composta da cinque elementi). Le figure sono dipinte in una gamma di toni color carne che alludono al cioccolato, al caramello, ai morbidi bonbon e ai dolciumi ricoperti di nocciole. Da ognuna di queste dolci sentinelle trasuda un fango cremoso e vischioso diversamente colorato di rosso, bianco e blu. Alcune figure sembrano sul punto di rompersi e di disintegrarsi a causa della perdita di liquido. Altre sembrano completamente ricoperte e avvolte dal fango. Il fango è per me qualcosa di sfuggente, che si muove in modo impercettibile. Penso sia qualcosa che succede incessantemente senza che si possa vederlo, perché accade sempre in uno spazio che si intravede, che cambia, in periferia. Sul piano metaforico e nell’ambito dei miti, il fango incarna gli eventi liminali, i momenti di flusso. Il fango in natura va dappertutto, cambia luogo e ritorna dov’era, ma riesce anche a creare nuovi equilibri. Nel corpo umano, i fanghi spezzano le tensioni di superficie, rendono possibile la coesione e l’integrazione, creando un ambiente ideale. Quando qualcosa viene a contatto con un elemento o un evento corruttori, quando è infettato e privato dell’equilibrio, il fango soffoca, ricopre e può addirittura far morire quella cosa, oppure può dargli una sorta di nuova vita.
Ad Albisola, ho pensato al fango come evento corruttore — e qui entra in gioco il personaggio del cartone animato disneyano di Tarzan, che è probabilmente nato in un Happy Meal di Mac Donald o in un Kid’s Meal di Burger King (l’ho trovato per strada a Brooklyn). Ho sempre desiderato realizzare le forme di fango delle bottiglie come qualcosa di più grande. Ad Albisola ho avuto l’ opportunità di farlo, ma anche di estendere e di sviluppare il loro significato. Ho realizzato una serie di disegni in cui ho introdotto Tarzan nel fango della forma della bottiglia. Sia la bottiglia di rum, sia il personaggio d’animazione di Tarzan sono simboli del commercio e della cultura. Tarzan sembra muoversi lungo la forma della bottiglia, emergendo e tornando indietro, attaccando il fango, suggerendo e mettendosi in relazione con le dinamiche del potere — creando un’incursione, una recessione e alla fine un’infrazione.
L’argilla mi è sempre sembrata il mezzo giusto per questo progetto. Quando il maestro ceramista Danilo Trogu mi ha informato che l’unico modo per realizzare questi oggetti era di farli a mano, mi sono emozionata. Mi sembrava un modo per attaccare fisicamente un significato, per sperimentare il fango. Nel fango c’è un margine di imprevedibilità, come nel lavoro con l’argilla. Mi capita sempre di arrivare a un punto in cui i mezzi (i materiali) e il significato giungono insieme e l’opera prende vita dicendomi cosa vuole essere. A questo punto mi abbandono al processo e vado distaccandomi dalla ricerca di un risultato preciso. Alla fine dello svolgimento, ho attraversato un periodo difficile che mi ha allontanato dal laboratorio di ceramica, perché le tre sculture Oozing Red, White and Blue: Incursion, Recession, Infraction avevano tantissime altre cose da dirmi.
Nicole Awai
Oozing red, white and blue: recession, incursion, infraction di Nicole Awai è stato prodotto ad Albisola nel 2003 in occasione della II Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea.