Lullaby
Stefano Giovannoni, Lullaby
Il progetto sviluppato da Giovannoni nasce dall’idea di ridisegnare un calice del ’500, riprodotto nel volume Bichierografia Libro Secondo di Giovanni Maggi. Reinventando il bicchiere, Giovannoni mette a confronto la banalità dell’oggetto con l’intenso valore sentimentale suscitato in lui dal libro da cui proviene, regalatogli dal suo maestro, Remo Buti, nel 1989, con una dedica che recita: “Bella copia!”.
Tornando a utilizzare la ceramica, materiale che secondo Giovannoni talvolta è più flessibile perfino della più utilizzata plastica, il designer stratifica nel tempo la sua ricerca sul concetto di vaso, raggiungendo una sintesi fra memoria e contemporaneità che commenta così: “Nonostante il vaso sia uno degli oggetti più antichi del mondo offre sempre la possibilità di essere reinventato attraverso concetti dove la morfologia è comunque espressione della tecnica costruttiva”.
Stefano Giovannoni, Lullaby. “Quali cose siamo”. Triennale Design Museum, Milano, 2010. Fotografia: courtesy Triennale Design Museum, Milano
Stefano Giovannoni, Lullaby.“Quali cose siamo”. Triennale Design Museum, Milano, 2010. Fotografia: courtesy Triennale Design Museum, Milano
Lullaby di Stefano Giovannoni è stato prototipato nel 2006 ad Albisola (Italia) in occasione della III Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea ed è stato presentato anche nell'ambito dell'esposizione “Quali cose siamo”, Triennale Design Museum, 2010.