Translated Vases
Soo-Kyung Lee, Translated Vases 1, 2, 3
Soo-Kyung Lee, Translated Vases 4, 5, 6
Soo-Kyung Lee, Translated Vases 7, 8, 9
Soo-Kyung Lee, Translated Vases 10, 11, 12
Arrivata ad Albisola da Seoul, Soo-Kyung Lee era interessata alla collaborazione con i ceramisti locali, in un processo di spontaneità, traduzione e “dialogo intersoggettivo”. Anna Maria Pacetti, la ceramista albisolese che doveva seguire le istruzioni di Lee, fabbricò così dodici vasi bianchi secondo lo stile della dinastia Choson del XVIII secolo. Prima che lei decorasse i vasi le vennero tradotti dei racconti che ne narravano la storia, un esame da parte di Lee il cui intento era di esporre le idee, o i pregiudizi, di Anna Maria sulla cultura orientale in genere. I testi, tradotti dal coreano in inglese, e poi in italiano, sono andati incontro a tagli e fraintendimenti, poiché, come afferma la stessa Lee nel descrivere questa procedura, “nel corso dei diversi stadi della traduzione il senso delle porcellane bianche della dinastia Choson si è smaterializzato dai vasi al testo e poi è stato tradotto e trasformato, per materializzarsi nuovamente e ripresentarsi come vaso”. In questo modo, un’icona nazionalista coreana ha subito un processo di transculturazione trasformandosi in un oggetto ibrido, in quanto la sua forma e la sua immagine hanno assunto caratteristiche tipiche sia della cultura italiana, sia di quella coreana.
Lauri Firstenberg
Translated Vases di Soo-Kyung Lee è stato prodotto ad Albisola nel 2001 in occasione della I Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea “Il Volto felice della globalizzazione” ed è stato presentato anche nell'ambito dell'esposizione “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra, 2002.
Parental plates
Soo-Kyung Lee, Parental plates
Soo-Kyung Lee, Parental plates
I piatti degli avi
Ho intervistato 12 abitanti di Albisola e Savona. Ho chiesto loro di consegnarmi uno o più piatti di famiglia che ai loro occhi rappresentassero un ricordo dei genitori o degli avi. In ogni intervista, i piatti erano il punto di partenza per memorie, implicite ed esplicite, riguardanti i loro rapporti affettivi e in special modo quelli con la madre, più strettamente associata ai piatti.
Dopo le interviste, i venti piatti presentati sono stati fedelmente ricopiati presso lo Studio Ernan Design di Albisola. Il mio progetto prevede che il giorno dell’inaugurazione si offrano pietanze coreane su questi venti piatti, come forma di ringraziamento nei confronti delle persone del luogo che mi hanno gentilmente permesso di visitare le loro case per realizzare le interviste.
Soo-Kyung Lee
Parental plates di Soo-Kyung Lee è stato prodotto ad Albisola nel 2003 in occasione della II Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea.