LCPNCRZZ
Luca Pancrazzi, LCPNCRZZ 1
Luca Pancrazzi, LCPNCRZZ
Luca Pancrazzi, LCPNCRZZ 2
Luca Pancrazzi, LCPNCRZZ
LCPNCRZZ di Luca Pancrazzi è stato prodotto ad Albisola nel 2001 in occasione della I Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea “Il Volto felice della globalizzazione” ed è stato presentato anche nell'ambito dell'esposizione “Artist's Ceramics”, Museo Ariana, Ginevra, 2002.
Gli stati d'animo
Luca Pancrazzi, Gli stati d'animo
Luca Pancrazzi, Gli stati d'animo
Luca Pancrazzi, Gli stati d'animo. Ex Stazione Ferroviaria, Vado Ligure
Luca Pancrazzi, Gli stati d'animo. Ex Stazione Ferroviaria, Vado Ligure
Luca Pancrazzi, Gli stati d'animo. Ex Stazione Ferroviaria, Vado Ligure
Gli stati d’animo
Gli stati d’animo. Quelli che partono e quelli che restano
Un omaggio a Umberto Boccioni e Rivo Barsotti
Il progetto prevede la dislocazione in due punti diversi, di opere in ceramica che compongono insieme un omaggio a Umberto Boccioni e a Rivo Barsotti, create appositamente per i due luoghi. Se il futurismo di Ivos Pacetti ha incontrato la ceramica albisolese, non ho traccia di un passaggio di Boccioni, ma il suo lavoro ha lasciato tracce dentro di me. Due quadri intitolati Quelli che partono e Quelli che restano, dalla serie “Gli stati d’animo”, vengono citati nelle due installazioni realizzate per la seconda edizione della Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea. Rivo Barsotti ha lasciato un’impronta tra i manufatti artistici della zona ed è soprattutto alla sua maestria che devo la realizzazione dei miei primi lavori in ceramica dedicati ai testi. Il suo nome, abbreviazione di Rivoluzionario, mi ha subito ispirato simpatia e rappresenta a sua volta un omaggio al futurismo.
Quelli che partono
La distanza è sicurezza
Ex stazione FFSS, Vado Ligure
Questa stazione, quasi in disuso, è al centro della parte marittima di Vado. Dislocata in modo strategico rispetto alle espansioni moderne dell’inizio del secolo, è oggi un reperto di archeologia delle infrastrutture. Da quando una frana nella galleria vicina ha ostacolato l’accesso da Ovest lo scalo è isolato e funziona solo come scalo merci per la gigante centrale elettrica vicina.
Oggi si notano principalmente segni di abbandono, pur apprezzandone l’architettura e in qualche modo la conservazione dovuta più che altro all’abbandono: il sottopassaggio tra il primo e il secondo binario è pericolante ed è lasciato allagare a ogni pioggia; i restauri sono tesi solo a tamponare, come per i lucernari in vetro cemento della banchina del primo binario, coperti, murati anziché riparati; l’orologio in facciata, nonostante abbia perso le sue lancette, mantiene la sua funzione di alleggerire come una ruota del tempo l’orizzontalità della struttura, rendendola movibile.
L’abbandono almeno ha permesso che molte cose venissero lasciate intatte, come le porte in ottone e in vetro, il marmo dei pavimenti e delle soglie, le lettere in ottone sopra le porte degli uffici, alcuni infissi e soprattutto ha risparmiato l’inserimento di accessori successivi.
Progetto
Due figure stanno in piedi vicino alla biglietteria, scure e anonimamente classiche, senza tempo. Una è rivolta verso il vetro della biglietteria e dai gesti minimi ci pare che stia discutendo con il bigliettaio sul tragitto e sul costo del biglietto. L’altra è dietro la prima, sembra in fila, ma è distratta. Potrebbe essere l’accompagnatore del primo che, per rispetto all’intimità della conversazione, non si avvicina troppo al vetro. Questa figura è distratta da qualcosa che la fa rivolgere verso le porte a vetro dell’ingresso. Ma la sua classica atemporalità è tradita da un oggetto che porta vicino alla faccia tenendolo con due mani, è un oggetto metallico e moderno, potrebbe essere una telecamera che inquadra e riprende chi lo osserva.
Come per proteggere militarmente le spalle dell’accompagnato, l’accompagnatore coglie uno spostamento in direzione dell’ingresso e punta il mirino verso chi arriva.
Questa seconda figura fa da tramite tra l’attualità dell’osservatore e l’atemporalità della scena. Attraverso la telecamera lo sguardo dello spettatore arriva a penetrare la scena sino al vetro, cercando nella superficie scura e specchiante il volto del viaggiatore e insieme quello del bigliettaio che sta al di là. “Il viaggio è il viaggiatore”, diceva Pessoa… “Non parto non resto” diceva Boetti.
Il binario è vuoto, il treno è perso o è in ritardo.
Una scritta in ceramica, “la distanza è sicurezza”, sarà installata in una nicchia esterna della stazione.
La scritta è composta da lettere in ceramica smaltate al platino in terzo fuoco.
L’orologio della stazione dovrà essere restaurato.
Luca Pancrazzi
Gli stati d'animo di Luca Pancrazzi è stato prodotto nel 2003 in occasione della II Biennale di Ceramica nell'Arte Contemporanea.