Albisola Keramik Zentrum


Mauro Castellano



Prima dell’anno scorso, la ceramica era per me Albissola/Albisola, citiamole doverosamente con la differenza grafica ancora vigente. Non diversamente da chi vive in una città d’arte — si pensi alla Toscana — e si confronta quotidianamente con Piazza dei Priori, della Signoria o del Campo, così per un savonese la vicina Albissola (questa sì, obbligatoriamente, con l’esse doppia poiché è quella Marina) significa la straordinaria passeggiata “delli artisti” — come l’avrebbe sicuramente intitolata Nicolò Paganini parafrasando la sua dedica dei Capricci — i numerosi, compiuti frammenti di opere d’arte in ceramica in cui ci si imbatte, così come i rarissimi esempi di architetture futuriste.
“Ma il passato, perché, perché v’accusa?” canta il baritono Germont padre a Violetta Valery ne La Traviata. Infatti questi monumenti ceramici, di cui le Albisole sono ricche, monumenti restano. Ho cominciato a capire qualcosa di più grazie a un amico, Leonardo Gensini, ceramista ma soprattutto musicista, compagno di studi alla Scuola di Musica di Fiesole. Io sono un pianista, vale a dire suono uno strumento a percussione, che mi affascina soprattutto quando risuona in accordi che simulano risonanze di campane. Di recente ho visto nascere dal tornio di Leonardo piatti e strumenti a percussione nuovissimi e stupefacenti che, percossi e lasciati vibrare, liberano nell’aria (l’aria, non lo si dimentichi, è il principale “strumento musicale” senza il quale il suono non esisterebbe) meravigliose risonanze. Questi rintocchi ceramici avevano colori —spesso il musicista vede colori nei suoni — simili alle “campane sul lago calmo dei ricordi” (De Pisis), ricordi che per me rimandano alle campane veneziane, assai simili alle mie ricerche sulle risonanze pianistiche.
I materiali sono importanti. Pietro Scarpini, un grande pianista italiano dimenticato perché estraneo allo star-system, insisteva sul fatto che il pianoforte è un oggetto costituito da legni e metalli (e da molti altri materiali: fin la grafite); dunque produce un certo tipo di vibrazione. Nel lavoro di Leonardo sugli strumenti ceramici di risonanze sono presenti grafìe musicali che ne prescrivono l’utilizzo, come spartiti veri e propri: così come le campane sono istoriate, ma soltanto per dedicare la bronzea voce a Dio. I miei materiali pianistici di accordi e risonanze andranno a sovrapporsi contrappuntisticamente (è una pratica antica, in musica) con le pittografie ceramiche: nel mio caso adopererò soltanto china su carta. Per la complessità “concertante” del progetto è stato fondamentale il contributo della Scuola di Musica di Savona, sia in senso logistico, per ospitare le prove, sia perché alcuni studenti hanno preso parte all’esecuzione.
Un altro musicista, Nicola Cisternino, ha realizzato su materiali in ceramica scritture musicali fissate con particolarità mai sperimentate in questi contesti di cui io sarò l’interprete al pianoforte, mentre il breve post-scriptum di Trisha Donnelly ha trasformato attraverso i materiali della ceramica la mia esecuzione pianistica di un preludio, opera postuma di Rachmaninoff.