Adrian Paci

Adrian Paci, Secondo Pasolini  1

Adrian Paci, Secondo Pasolini  2

Adrian Paci, Secondo Pasolini  3

Com’è nato questo lavoro?
Quando mi hanno parlato della Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea ho pensato che piuttosto che mandare disegni progettuali volevo fare qualcosa di quasi artigianale, dipingendo sulla ceramica. Stavo lavorando ad alcune immagini tratte da Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini e ho pensato di provare a lavorare con le stesse immagini su un altro supporto. Cosi è nato questo lavoro: tre disegni ripresi dal film che riposano su tre tipi di terre diverse.

Qual è il concetto dell’opera?
Sicuramente non è un’opera concettuale e se c’è un pensiero bisogna cercarlo nel lavoro stesso. Mi ricordo che chiacchierando con Corrado Levi lui mi parlò di quella che chiamava “sapienza delle mani”. Bellissimo! Specialmente per chi vuole lavorare con la ceramica, è importante rendersi conto che non c’è solo una sapienza mentale!

Adrian Paci

Michelangelo Pistoletto

Michelangelo Pistoletto, Il Libro d'Oro del Terzo Paradiso

Il Libro d’Oro del Terzo Paradiso

La ceramica del Terzo Paradiso ha la forma a clessidra del Segno Arte che ho disegnato come marchio personale nel 1976. Su di esso ho inciso “Il Nuovo Segno d’Infinito”, tracciando con una linea tre anelli invece dei due convenzionali. L’anello centrale è dedicato al Terzo Paradiso.
Il primo paradiso è quello terrestre, regolato dall’intelligenza della natura, il secondo è quello artificiale, creato dall’uomo. Questo secondo paradiso sta inquinando il Paradiso Naturale, tanto da mettere a rischio la vita sul pianeta.
Il Terzo Paradiso è la denominazione di un nuovo stadio in cui l’umanità trova un equilibrio tra il mondo artificiale e quello naturale. Terzo Paradiso è il mito ispiratore di un cambiamento responsabile della società che richiede la partecipazione di tutti.
Il Libro d’Oro del Terzo Paradiso è realizzato in 32 esemplari che negli anni prossimi verranno consegnati a persone o istituzioni che si saranno distinte per l’impegno dedicato alla mission del Terzo Paradiso.

Michelangelo Pistoletto

Franco Raggi

Franco Raggi, Ponte da tavolo

Franco Raggi, Ponte da tavolo

Franco Raggi, Architettura divisa

Ponti e casette

Non ci sono ragioni particolari per cui un centrotavola o un fermalibri debbano avere certe forme. Il primo sta al centro del desco e, se è fortunato, sopporta fiori più eleganti di lui; il secondo sostiene fin che serve. A scaffale completo deve andarsene, più su o più giù, e a volte al chiuso, a far nulla. Per questo, ho pensato a quegli oggetti nella loro situazione di riposo. In modo che anche senza fiori o libri manifestino una dignità formale che possa salvarli dal chiuso degli armadi.
Li ho pensati in ceramica smaltata o terracotta e li ho disegnati come piccoli pezzi di architettura per un paesaggio domestico. Li hanno fatti le mani abili dei ceramisti di Albi sola.

Franco Raggi

Franco Raggi, Scarpe vincolanti Global Tools. Ricostruzione filologica di un'idea del 1975

Due piedi in una scarpa
Scarpe vincolanti in ceramica. Ricostruzione filologica di un’idea del 1975.


Nel giugno ‘75, alcuni architetti, designer e artisti lavoravano a costruire oggetti improbabili nel cortile di una vecchia casa di Milano. Si svolgeva il primo “Seminario della Global Tools”, scuola senza sede di Radical Design. Tema: “Il corpo e i vincoli”. Alla consolidata pratica di un design tecnologico, confortevole e funzionale, se ne voleva contrapporre una nomade per un design arcaico e disfunzionale. Dal cortocircuito logico e procedurale scaturivano oggetti inutili, a sfondo provocatorio e riflessivo, sulle certezze del progetto e sulla necessità di mantenere vivo un dialogo tra l’arte e il design, tra il corpo come utensile e gli oggetti come protesi propedeutiche a rifondare creativamente il rapporto forma/funzione. Tra i prodotti del seminario: occhiali a tubo per guardarsi negli occhi, bracciali vincolanti, zoccoli per camminare in salita, vestiti elastici per persone unite, e queste scarpe per un confronto frontale obbligato. Fatte sperimentalmente in creta, propongono la fusione di due scarpe diverse, impediscono di camminare, obbligano le due persone che le indossano a un’inevitabile ma regolata promiscuità dei corpi e degli sguardi. La Biennale di Ceramica nell’Arte Contemporanea mi ha dato l’occasione di ricostruire in ceramica quell’oggetto all’apparenza inutile. Di quel progetto, fatto trent’anni fa con Alessandro Mendini, Davide Mosconi e Nazareno Noia, mi piace riportare in vita lo spirito e l’intenzione, nonché il fascino sottile di un manufatto indubbiamente funzionale.

Franco Raggi

Franco Raggi, Scarpe vincolanti Global Tools. Ricostruzione filologica di un'idea del 1975. Lungomare Montale, Albisola Superiore

Franco Raggi, Scarpe vincolanti Global Tools. Ricostruzione filologica di un'idea del 1975. Lungomare Montale, Albisola Superiore. Da sinistra verso destra: Stefano Parodi, Sindaco di Albissola Marina e Lionello Parodi, Sindaco di Albisola Superiore

David Robbins

David Robbins, Ice Cream Social Bowls

Appunti su The Ice Cream Social

L’Ice Cream Social (gelato sociale) è una tradizione americana, un’occasione in cui i membri di una comunità (indifferentemente da come questa comunità scelga di definirsi) mettono temporaneamente da parte il lavoro e si incontrano per mangiare dolciumi, rilassandosi fra amici o, magari, avviando nuove amicizie. I miei Ice Cream Social fanno tutto questo aggiungendo un sovrappiù, qualcosa di autoriflessivo, consapevolmente tematico e metaforico. 
Il progetto si è sviluppato nel corso di più di dieci anni in modo graduale, con un approccio casuale e intermittente. Nel percorso, si è ingrandito di scala e si è espanso in una varietà di formati. Fin qui, il progetto Ice Cream Social ha compreso: una serie di eventi dal vivo, opere d’arte per gallerie e musei, un racconto, uno show televisivo, la sceneggiatura di un film e ora, in collaborazione con la La Nuova Fenice di Albisola: coppette da gelato in ceramica!.

David Robbins

Denis Santachiara

Denis Santachiara, Qualc'uno. Pinacoteca Civica, Savona

Qualc’uno è un vaso che si può utilizzare in due modi: appoggiato come un vaso tradizionale può contenere una pianta o un cespuglio di fiori, mentre ribaltato può accogliere ed esaltare un unico fiore.
Lavorando sull’idea comune del vaso di terracotta, Santachiara propone uno spiazzamento, accostando l’iconografia del vaso di coccio a un materiale nobile come la ceramica. Attraverso questo progetto, definito dall’autore “bianco, multifunzionale ed estraniante”, la ceramica rimuove e promuove l’immagine classica del vaso. Con Qualc’uno Santachiara trasforma il colore del cotto nel bianco della ceramica e all’unicità funzionale solitamente attribuita al vaso sostituisce “un’estraniante doppia funzione”.

Studio Demakersvan

Studio Demakersvan, Proud Mary

Studio Demakersvan, Proud Mary

Proud Mary

La fabbricazione delle bambole di ceramica iniziò a essere realizzata secondo processi industriali molto prima della loro decorazione. Mentre il corpo delle bambole poteva già essere costruito meccanicamente, i pittori li dotavano ancora a mano di volti delicati, unghie e fiocchetti per le scarpe. Proud Mary è una famiglia di sgabelli di ceramica, liberamente ispirati al mestiere del pittore di bambole. La decorazione degli sgabelli segna la loro età, partendo da uno sgabello bianco con una decorazione nera per finire con uno sgabello nero con una decorazione bianca.

Studio Demakersvan

Paolo Ulian

Paolo Ulian, Una seconda vita

Paolo Ulian, Una seconda vita

Si getta tutto, anche quando basterebbe una banale riparazione. Senza porsi il dubbio se un oggetto possa esserci ancora utile, magari solo in parte, o se possa diventare la fonte di nuove opportunità pur avendo perso la sua funzione originaria. Vorrei che questo progetto conducesse a queste riflessioni. Per questo ho immaginato un centrotavola caratterizzato da un tratteggio di piccoli fori passanti che, oltre ad assumere una valenza decorativa, in caso di rottura consentono di recuperare alcune parti dell’oggetto. Il tratteggio delinea una serie di forme ellittiche che, in un eventuale incidente, potrebbero salvarsi e svincolarsi dal contesto, acquisendo l’autonomia di piccole ciotole. La rottura accidentale si trasforma così da evento negativo a evento generatore di stimoli e realtà nuovi.

Paolo Ulian

Guido Venturini

Guido Venturini, Fioraio  1

Guido Venturini, Fioraio  2

Guido Venturini, Fioraio

Fioraio

Si colloca nella tradizione dei vasi antropomorfi, presenti da sempre nella storia degli oggetti d’uso, con valore ornamentale o simbolico: dal Paleolitico al Rinascimento, da Chagall a Picasso.
Il vaso è tagliato alle spalle, privo di testa. è consigliabile finirlo inserendo i fiori, ma nel caso ci si dimentichi per qualche giorno si può godere della splendida decorazione materica-animalier-astratta. è comunque consigliabile non eccedere con i periodi non fioriti, almeno in primavera.

Guido Venturini

Guido Venturini, Puzzola

Guido Venturini, Cagarino

Puzzola e Cagarino

Al fine di evitare pericolose cadute, e incastri conseguenti nel water di casa, ho previsto questa comoda cagheuse per bambini. Ho pensato di nobilitare l’oggetto con l’uso di un materiale pregiato come la ceramica, nota l’estrema importanza attribuita alle feci in età preverbale e negli anni immediatamente seguenti (in questi tempi incivili è in uso farla nella plastica, che graffiandosi trattiene inoltre germi e batteri, con conseguenze immaginabili per l’igiene!). Attualmene sono disponibili due versioni decorative: Puzzola, simpatica allusione al marcatore olfattivo sintomo e conseguenza dell’operazione in corso; e Cagarino, per sognare picchiate o volanti bombardamenti su immaginari poco simpatici di passaggio sotto il nostro ramo. Proibito agli adulti.

Guido Venturini

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