Erotismo dell'argilla
Corrado Levi
E' untuosa al tatto.
Fa finta di essere docile.
Con la casta acqua cambia la sua resistenza.
Si può immergere in essa dita e mani fino a perdersi.
Se ti ritiri è un fallimento.
E' asessuata l'argilla all'inizio, polimorfa perversa si diceva, ti crei i buchi che vuoi.
Lasciata all'aperto dopo l'essiccazione ridiventa polvere.
La cottura la rende impassibile: si pietrifica, con un trauma.
Si nasconde sotto patine cui l'osceno e il satanico non sono estranei.
Il fuoco è infatti il suo liquido amniotico.
Il fascino va dall'erotismo informale al satanico della forma.
Tant'è che la maneggiamo, la forma, in apnea e in punta di piedi, ché se inciampi si rompe, lei prende il comando ora.
I cocci sono straordinari: ti tagliano e ti perseguitano col senso di colpa.
A meno che passi Asger Jorn o Tony Cragg vanno toccati, i cocci, con guanti, di ceramica.
Estratto dagli Atti del Convegno “La tradizione locale della ceramica e la globalizzazione dell’arte contemporanea”, 19/20 ottobre 2002, Fortezza del Priamàr, Savona.
Atti del Convegno La tradizione locale della ceramica e la globalizzazione dell’arte contemporanea